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04 marzo 2022
Il loro negozio in via dei Gazzani a Siena, è aperto da 5 mesi. E come per tutti i negozi, lo scopo principale sarebbe quello di far uscire i prodotti dai loro scaffali, ovvero venderli; da due settimane il loro scopo è diventato invece farli entrare. Non ci guadagnano niente, e non è neanche questo il lato peggiore della storia. Sono Veronica e Taras, poco più che ventenni e già sposi. Soprattutto sono ucraini, e di questi tempi è questo che più conta, loro malgrado. “Prodotti dell'Est” c'è scritto sull'insegna del locale; andrebbe ormai corretta in “prodotti per l'Est”, ma lo si capisce dal contesto. In vetrina spicca un poster-bandiera con i colori del loro paese, e sopra un numero di whatsapp scritto a penna. All'interno, ma anche sulla soglia, si ammassano da giorni i cosiddetti beni di prima necessità: disinfettanti, garze, pannolini e latte in polvere soprattutto, ma spuntano anche antibiotici e alimentari non deperibili.
A ricevere e smistare quello che arrivo ci sono anche uomini e donne di varia età, per lo più esponenti della comunità ucraina residente a Siena. Il passaparola degli aiuti che si è sparso in città dal 24 febbraio ha trovato in questa una delle fermate principali, al pari di parrocchie, Caritas, farmacie comunali, altre attività commerciali. Con la differenza, appunto, che questo sarebbe un luogo nato per vendere, più che per ricevere; e invece il rapporto si è invertito, anche perché prodotti sugli scaffali riescono a metterne sempre meno.
“Gran parte del nostro assortimento abituale arriva proprio dall'Ucraina, e ora quindi di giorno in giorno è diventato sempre più difficile da ricevere” racconta lui in un buon italiano. La ragazza invece ha meno dimestichezza con la nostra lingua: “Abbiamo aperto questo negozio scegliendo Siena senza un particolare motivo. Sua mamma ne ha uno simile da 20 anni a Follonica, per questo mio marito è venuto spesso da queste parti in passato. A Siena dall'apertura fino a poco fa le cose andavano abbastanza bene, poi è successo quello che è successo”.
Chi compra di solito i prodotti dell'Est?
“Soprattutto persone come noi, che arrivano magari da Polonia o Romania. Ma si vedono anche senesi, quelli che magari vogliono provare qualcosa di diverso, magari i dolci come la 'Torta di Kiev'”.
Tra le vostre conoscenze ci sono anche persone russe?
“Certo. Il mio ex fidanzato lo è – racconta lei – in questi giorni mi ha scritto che in Russia c'è gente che non è d'accordo con l'attacco. Sarà anche vero, gli ho risposto, ma se ci sono soldati che sparano vuol dire che c'è chi invece è d'accordo, eccome. La stessa cosa che ho detto a due o tre persone russe che vivono a Siena e sono passate in negozio: quello che noi vediamo sono le bombe, e non altro”.
Ora la vostra esistenza è stata capovolta. E anche la vostra attività...
“Io – dice lui – non pensavo che saremmo arrivati a tanto. Mia moglie invece se lo sentiva. Siamo originari di Leopoli, abbiamo tanti amici là, alcuni di loro sono quelli che al confine ricevono da una settimana i viveri che inviamo da qua, quelli che la gente porta qui in negozio e che durante il giorno raduniamo nello spazio che ci ha offerto l'officina qua sotto. Poi, prima di ogni notte li carichiamo su un camion per farlo partire, guidato da altri ragazzi nostri connazionali. E speriamo che arrivino..”.
Nelle immagini:
il cartello in vetrina
l'ingresso del negozio
i pacchi di viveri pronti per la partenza
il carico del camion verso l'Ucraina
Il prestigioso traguardo della Grotta Santa Caterina, in via della Galluzza a Siena
Pregevole traguardo per Valentina Mariottini alias Fiori Maresca, in Camollia a Siena
Premiate 36 aziende senesi per la “Fedeltà al lavoro e Sviluppo Economico”: tra queste, otto belle storie di associate Confesercenti.