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Bottega della memoria 2016: Chi fa da sé fa per tre

Il racconto di Gaudio Gasparri

01 dicembre 2016

 

C’è un proverbio che ritengo molto importante: chi fa per sè fa per tre, ma è altrettanto vero che si rischia in prima persona e io vi racconterò più avanti cosa mi è capitato nei 25 anni di attività nel commercio.

Ho sempre lavorato in proprio e vi posso garantire che lo stimolo a fare le cose bene, in velocità, con grande dedizione è molto alto, perché nel lavoro autonomo ci possono essere grandi soddisfazioni, ma anche momenti amari dove non riesci a vedere il futuro.

Vengo da una famiglia di contadini che lavoravano a mezzadria e il mio primo desiderio è stato quello di avere un podere e della terra da coltivare autonomamente.

Allevavo bovini, suini e coltivavo frumento. Quando c’era il bestiame che doveva partorire ero capace di restare sveglio tutta la notte per controllare l’evento ed aiutare gli animali, che se lasciati soli potevano anche morire.

Era una gioia infinita quando nasceva un vitellino o una nidiata di maialini e tutto andava bene, e nello stesso tempo ero contento che riuscivo a mantenere il reddito per la mia piccola azienda.  Ricordo con piacere i mesi dell’estate: i campi biondi di grano, il giorno della trebbiatura,

l’aia piena di braccianti e mia madre che, con un galletto e le tagliatelle fatte a mano, metteva a tavola decine di persone. Infatti gli agricoltori confinanti venivano ad aiutarci e noi contraccambiavamo con piacere quando era il loro turno per trebbiare. La sera ero stanco morto ma felice di avere fatto qualcosa di buono.

Ma nel 1966 la famiglia si stava allargando, la seconda figlia era appena nata, il lavoro in campagna non ripagava più il grande sacrificio e quindi decisi di aprire un negozio di generi alimentari nella parte nuova del paese. Non ne capivo niente, sono partito con 30 mq di negozio, un campo, quello del commercio, a me tutto nuovo e tutto da scoprire. La tenacia, la perseveranza, la pazienza e la consapevolezza che il sorriso verso il cliente ci doveva sempre essere ci hanno premiato. Parlo al plurale perché in questa nuova avventura sono stato aiutato molto da mia moglie, dalle mie figlie e da una dipendente che viveva il lavoro come se il negozio fosse suo. I sacrifici non sono certo mancati, iniziavo alle 5 del mattino andando al mercato ortofrutticolo, sceglievo la frutta migliore e alle 8 tutto doveva essere esposto nel negozio. Il lavoro non permetteva tanti svaghi, l’orario era molto lungo, ma una partitina a carte la sera dopo cena non me la sono mai fatta mancare.

Ora vi voglio raccontare un episodio accadutomi  agli inizi della mia nuova attività: un giorno una bella signora, mai vista prima, fece una grossa spesa che voleva pagare con un assegno ma che io non accettai. La signora insisteva per portare la spesa in auto dove l’aspettava il marito e un altro signore, ma io non glielo permisi, anzi telefonai al maresciallo dei Carabinieri che venne immediatamente e li arrestò tutti e tre. Infatti da tempo altri negozi erano stati truffati con questo sistema e finalmente la banda fu assicurata alla giustizia e fui nuovamente contento del mio operato.

Per concludere debbo dire che in tutta la mia vita ho sempre cercato di operare con volontà e onestà: potevo fare di più, potevo fare di meno ma sono contento di tutto ciò che ho fatto.