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Bottega della memoria 2016: Racconto di un viaggio

Il racconto di Marcello Posani

01 dicembre 2016

 

A volte mi sono chiesto come fosse la Svezia… quasi attratto dalla cultura svedese… perché in quel periodo se ne parlava spesso tra amici, come una nazione con idee forse più emancipate delle nostre. Casualità vuole che nel lontano 1985 l’azienda per cui lavoravo decise di mandare proprio in Svezia quindici dei suoi collaboratori per uno scambio di aggiornamenti sull’uso dei macchinari. Fra questi quindici, indovinate un po’? Si, c’ero anch’io! Partenza in aereo, con scalo e sosta di un giorno in Danimarca, a Copenaghen, consentendoci di visitarla per un po’ e poi partenza per la Svezia, città molto bella e non lontanissima da Stoccolma! In albergo condividevo la stanza con un collega di Arezzo, persona estroversa e carica di simpatia! Ero un appassionato ricercatore di funghi; per caso ci trovavamo in una zona ad alta concentrazione di crescita di funghi, ma vigeva il divieto di raccoglierli… lui però, non essendo informato, quasi ogni giorno mi portava questi porcini in camera (era un piacere solo guardarli!). Questo viaggio è durato dieci giorni che al di là del lavoro per cui ci si trovava, ci ha dato la possibilità di vedere quello che fino ad allora era solo nei miei pensieri! Siamo andati a visitare un’isola deserta, salendo in una piccola imbarcazione… usciti dal porto, ci siamo trovati un mare burrascoso, le onde altissime, da paura! Mi ricordo la barca era aperta, un ometto che fumava la pipa e che all’alzarsi delle onde accellerava e quando le onde calavano metteva in folle il motore, insomma un’esperienza da ricordare, perché è stata un’avventura! Arrivati sull’isola, la spiaggia era pulita, ci si poteva fare il picknick, anche se la sera si doveva ripulire… c’era un addetto che passava a raccogliere i rifiuti… l’italiano c’avrebbe creato una pattumiera! Sulla spiaggia c’erano animali che si muovevano attorno a noi senza il minimo timore delle persone: un ricordo che la mia mente non ha mai cancellato! Ricordo gli svedesi puntuali agli appuntamenti e il senzo di responsabilità cui si fanno carico, con un impegno imprescindibile, soprattutto nel lavoro. La sera ci si trovava tutti noi italiani in un locale dove c’era musica e ballo, facendo riconoscere le nostre abitudini! Così anche gli svedese si univano con noi nel ballo e nell’allegria e sembravamo un gruppo unito di amici di sempre. Ricordo con nostalgia una coppia che si era unita a noi; il marito dopo un po’, stanco del lavoro, la moglie lo ha accompagnato a casa ed è tornata a unirsi a quel gruppo di confusionari italiani per far festa in allegria! Ho capito che gli svedesi apprezzano molto l’allegria degli italiani. Ho fatto in seguito altri viaggi, ma questo è stato il viaggio di lavoro trasformato in esperienza di vita!