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FISCALITA' LOCALE Il rapporto Cgia/Confesercenti Siena

10 settembre 2014

 

Nei 36 comuni senesi le entrate tributarie sono quasi triplicate negli ultimi quattro anni, durante i quali gli investimenti disposti dalle stesse amministrazioni comunali sono scesi del 63 per cento. Sono due dei rilevanti dati ricostruiti da “il Quadro della fiscalità locale nei comuni della provincia di Siena”, il Rapporto redatto dal Centro Studi Sintesi – Cgia (Mestre) per Confesercenti Siena, presentato questa mattina. Tra il 2011 e il 2013, l’aliquota media dell’Addizionale IRPEF deliberata dai Comuni della provincia di Siena è passata dallo 0,47% allo 0,60%: su 36 enti, 12 hanno adottato l’aliquota massima (0,8%), mentre solo 3 hanno deciso di non applicare l’imposta. Analogamente, con il passaggio dall’ICI all’IMU, il valore medio dell’aliquota ordinaria è aumentato dal 6,8 per mille al 9,9 per mille. Nel 2013, l’aliquota massima (10,6 per mille) è stata adottata da 15 Comuni senesi su 36, mentre solo 2 enti hanno confermato il livello base (7,6 per mille).

Il combinato di queste disposizioni si è fatto di anno in anno più pesante per le famiglie, ed ancora di più per chi è rivolto a soddisfarne i bisogni. Il Rapporto ricostruisce il caso-tipo di un bar di Siena: nel 2009 tasse e contributi versati erano pari al 46,6 del suo utile, saliti nel 2013 al 49,6 per cento. Parallelamente, la pressione del fisco su scala nazionale si è attestata al 43,8 & del Pil. Le prospettive per il 2014 delineate dal rapporto evidenziano il probabile, ulteriore appesantimento indotto dalla IUC, nuova tassa comunale che si articola in tre componenti, IMU, TARI e TASI, di cui le ultime due destinate rispettivamente a coprire il costo del servizio asporto rifiuti e a finanziare i servizi indivisibili dei Comuni. Secondo lo studio, nel 2014 potrebbe verificarsi una crescita del prelievo fiscale su negozi e laboratori artigiani rispetto al 2013 in circa la metà dei Comuni senesi; l’incremento di tassazione tra il 2011 e il 2014 potrà raggiungere il +136% per un negozio e il +103% per un laboratorio artigiano.

Secondo Confesercenti Siena, che rende disponibile il Rapporto alle Amministrazioni locali, per farsi carico di questo stato di cose è necessario per i Comuni adottare “misure non convenzionali”, alla stregua di quanto evocato pochi giorni fa dal Governatore della BCE Mario Draghi. “Lo studio della CGIA di Mestre – osserva il Presidente provinciale, Carlo Conforti – rende chiaro che ci si sta avvitando nella classica spirale viziosa, che comincia con minori investimenti pubblici e arriva a generare minore reddito, con effetti fatali per tutto il terziario, ovvero la spina dorsale dell’economia e dell’occupazione della provincia di Siena. Come testimoniano i saldi negativi tra inizi attività e cessazione degli ultimi anni, stiamo disperdendo un enorme patrimonio ed impoverendo il nostro tessuto produttivo, alimentando un progressivo disagio sociale derivato dalla perdita di migliaia di posti di lavoro di occupazione diretta ed indiretta. Eppure quella attuale sarebbe anche una fase eccezionale per accendere la ripresa, dato il contesto favorevole di politica monetaria: tasso di sconto, spread e interessi sul debito pubblico al minimo, inflazione inesistente. Per sfruttarlo, serve un cambio di rotta fiscale: per questo chiediamo ai comuni di fermare la pressione fiscale e incentivare lo sblocco del vincolo di bilancio, che potrebbe rilanciare occupazione, redditi e quindi consumi”.

In allegato il testo del Rapporto.