Numero Verde: 800 914848 - info@confesercenti.siena.it
16 settembre 2022
Sessanta milioni di fiori. E’ il record di vendite mai registrato in Gran Bretagna in occasione di un preciso evento, ma potrebbe essere presto superato. Fino ad ora il record è in piedi dal 1997, quando scomparve improvvisamente Lady Diana: fu quella morte improvvisa a far accorrere così tanti inglesi nei negozi di fiori. Ma dallo scorso 8 settembre, quando a spegnersi è stata la Regina Elisabetta, sì è innescato un nuovo boom di vendite che dopo il funerale, in programma il 19 settembre, potrebbe segnare il nuovo livello inedito. Grandi catene come Karls & spencer o piccole botteghe londinesi come Pullbrok&gould sono rimaste sguarnite nel giro di poche ore. Il commercio floreale inglese si è trovato così a implorare forniture straordinarie dall’Olanda, da cui arrivano tradizionalmente otto fiori su dieci nel paese, ma anche dalla Turchia: al 15 settembre le esportazioni verso la penisola erano passate dal 40 al 90 per cento.
Quello dei fiori, anche in Inghilterra è un settore che ha patito pesantemente la pandemia: secondo la BFA, associazione dei vivaisti, nel 2018 il volume d’affari annuo era di quasi un miliardo e mezzo di euro, tre anni dopo sceso a meno di un miliardo. Se sono vere le avvisaglie l’effetto-Regina di questi giorni potrebbe arrivare a pesare per circa la metà dell’intero volume d’affari annuale del settore. Questo nonostante che il protocollo del rito funebre preveda regole rigide: a Londra i fiori possono essere depositati solo all’interno del Green Park Floreal Tribute Garden, e sono vietati altri oggetti come peluche o giocattoli, con buona pace dei negozi di questo tipo.
Foto di Susanne Jutzeler, Schweiz, da Pixabay
Il 20 luglio al bar la Favorita di Siena portatori di esperienze diversificate e assaggi di eccellenze agroalimentari toscane
L’economia senese continua a presentare un quadro in chiaroscuro. Lo ha evidenziato la Giornata dell’Economia 2022
Dal 15 giugno 2022 ha effetto il D. Lgs. 8 novembre 2021 n. 198 sulle “pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare nonché in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari”.