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Seo, inbound, advertising: aziende, a che punto siamo?

Pmi in rete: come scegliere il proprio modello, ecco l'aria che tira

20 febbraio 2017

 

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Inserire più volte nella stessa pagina le parole chiave”: un anno fa, di questi tempi, questo consiglio era praticamente un mantra per chi ha cuore le sorti di un sito web aziendale. Oggi quel diktat è sempre attuale,  ma non troppo: “non è indispensabile ripetere dieci volte 'olio' in una pagina se quella è la keyword su cui puntiamo; piuttosto, conta saperla corredare di contenuti originali e utili per il nostro target”. Parola di Maria Chiara Marsella, cofounder  di.Bem Resarch, realtà nazionale specializzata nell’osservare i trend del marketing on line. L’abbiamo ascoltata a metà febbraio a Roma, durante il primo degli Opendays 2017 di Federpubblicità. Le regole del SEO (Search Engine Optimization) e del web marketing in genere cambiano di continuo, che ci piaccia o no. E allora ecco un po' di assaggi del vento che tira adesso.

 

 

VISIBILITA' NEI MOTORI: LA POSIZIONE GEOGRAFICA E' TUTTO?

 Per i negozi o le attività di commercio al dettaglio la cui offerta ha un minor tasso di differenziazione il primo fattore che Google considera è la vicinanza all'utente: se io cerco genericamente “benzinai” o “tabacchi”, quasi sicuramente la prima opzione restituita sullo schermo sarà l'esercizio di questo tipo che si trova vicino alla posizione rilevata dal gps sul mio smartphone. Il discorso cambia via via che il valore aggiunto nella differenziazione della merce aumenta.

 

 

SEO E OTTIMIZZAZIONE ON PAGE: CHE VUOL DIRE FARE PAGINE DI QUALITA'?

 A parità di 'argomenti', Google e i suoi fratelli valutano la 'qualità' delle pagine web concorrenti tra loro. Il primo elemento di qualità è il fatto che quella pagina sia creata per un obiettivo preciso; il secondo, riuscire a centrarlo. “Chi siamo” è una pagina tipica di un sito aziendale, ma se le indicazioni contenute sono confuse il ranking (posizionamento) si abbassa. E' se è chiaro che in “prodotti” devo descrivere bene ciò che vendo, non necessariamente la descrizione vincente è quella che ho in testa io: “se devo parlare di olio, prima di iniziare a scrivere meglio guardare cosa vuole la gente quando cerca 'olio' in rete, ovvero quali keywords accompagnano la parola nelle ricerche più ricorrenti”.

 

 


SEO E OTTIMIZZAZIONE OFF PAGE: DA HTTP A HTTPS

 Costruire bene la pagina conta, ma non basta per ottenere visibilità. Contano poi i link in entrata (se le nostre pagine son linkate da siti con buona reputazione), le citazioni autorevoli, in una parola la reputazione riconosciuta nel mondo web al nostro sito. Su questo incide aver corredato con l'https (anziché http) il  nostro indirizzo www: è indice di maggior sicurezza.

 

 

FATTORE SOCIAL: LA CONVERSAZIONE CONTA

 Le citazioni che contano, i 'referrrals', sempre di più arrivano dai social networks. E A Roma Andrea Albanese (ideatore tra l'altro dell'annuale Social media marketing day)  ha enfatizzato quanto conti la 'conversation”, molto più delle pagine e profili aziendali. “Sulla fiducia dei clienti incide sicuramente una pagina facebook ben aggiornata, ma ancora di più il fatto che i volti di  un'azienda si spendano personalmente nella conversazione in rete”.

 

 

SE LA RETE PARLA BENE, L'ADVERTISING PORTA VALORE

 Se questo c'è, e se il “buzz” (chiacchiericcio) sulla nostra azienda in rete è buono, il terreno è  pronto per investire sull'advertising on line, ovvero sulla pubblicità su facebook istagram e compagnia: basso costo contatto, tracciabilità dei risultati, aggiornamenti in tempo reale.

 

 dati facebook (fonte Elisabetta Cosci - ODG)

 

 

 

CASI SCUOLA: IL 2X1 DI SAMSUNG IN 3 ORE

 Albanese ha raccontato quanto fatto da Samsung in Italia qualche tempo fa: un post diffuso senza preavviso su tutti i social aziendali annunciava un “compri 2 paghi 1” sui tv lcd di alta gamma per chi decideva di acquistarne uno nelle successive tre ore. “In termini economici, un investimento di 10mila euro in social advertising ha fruttato 300mila euro di fatturato a Samsung. Nel giro di tre ore. L'ha fatto Samsung, ma con le dovute proporzioni su facebook e simili può farlo chiunque”.

Dal suo punto di vista, i negozi fisici avranno sempre più una funzione residuale ma importante al tempo stesso: quella di vetrina. “L'atto di acquisto sarà sempre qui regolato on line; ma in molti casi poter toccare, provare, osservare dal vivo la merce resterà un passaggio strategico per la scelta di un prodotto rispetto ad altri; tanto più se corredato da un servizio che si faccia apprezzare”.

 

 

FAI RETARGETING? HAI UN GRANDE POTENZIALE

Albanese ha anche sottolineato le ampie potenzialità di funzioni sconosciute alla maggior parte delle pmi che si sgomitano on line. Ad esempio il retargeting, ovvero l'uso dei pixel in appoggio all'advertising su facebook: “lo usano in pochi, per cui riuscire a farlo prima che lo facciano tutti può portare dei vantaggi competitivi importanti nella visibilità".

 

 

VISIONI OPPOSTE: SOCIAL E PROGRAMMATIC

Infine, a Roma  Franco Fantuzzi ha esposto le cartucce in canna del programmatic advertising Che significa l'uso di piattaforme che adattano il meccanismo di google adwords ai displays, ovvero tutti quegli spazi banner che corredano soprattutto i siti di informazione. Il programmatic è quel sistema che fa apparire la pubblicità di una compagnia aerea nei siti che un utente visita dopo aver visitato il sito di quella compagnia aerea: “con queste piattaforme posso decidere di prendermi banner nei siti più visti della Sardegna o della Danimarca, se quelli sono i mercati su cui voglio farmi vedere” dice Fantuzzi.

 

Al momento esistono in Italia tre piattaforme software (qui un esempio) utilizzabili per fare programmatic: non è esattamente una pratica alla portata di tutti, sia per complessità che per risorse da dedicare. E soprattutto, il programmatic è praticamente antitetico al social advertising: il primo punta tutto su spazi di pura visibilità, non interattivi (i banner), mentre il secondo ha effetto soprattutto quando c'è una conversation da poter valorizzare.

 

 

VISIBILITA' ON LINE: COME METTERE BUONE BASI?

Ciò non toglie che si possano batter entrambe le strade; magari assistiti da chi ha già esperienza in proposito, e comunque solo dopo aver messo a punto i fondamentali della propria presenza sul web: un sito responsive, con accorgimenti seo, strutturato per accogliere gi inbounds; una presenza sui social più a misura del nostro target, una costante web curation...

Può sembrare troppo, ma sono cose alla portata di chiunque. Facendo le dovute proporzioni, e avendo ben chiaro qual'é il mercato a cui puntare e cosa proporre.

 

Magari tutto questo a qualcuno non piacerà, come tante aspetti di “come va il mercato oggi”. Ma questo è un altro discorso...

 

 

 

Alcuni di questi termini ti sfuggono? Vorresti capire come iniziare o migliorare la tua presenza sul web? Contatta Openimprese – Porta la tua impresa on line via mail o presso le sedi Confesercenti.

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