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E-COMMERCE Il workshop per conoscerlo meglio

11 aprile 2014

 

POSTE

Chi cerca prodotti made in Siena su Google? Americani su tutti, a seguire inglesi e anglofoni in genere. Ma cresce anche l’attenzione dai paesi in cui abitano i nuovi ricchi, un bacino potenziale da 192 milioni di persone a portata di vendita, soprattutto via web, in particolare per prodotti di benessere, vino, articoli in pelle. Sono dati rilevanti emersi durante “Post-e-commerce: il made in italy è on line”, il workshop promosso da Confesercenti Siena e Gruppo Poste Italiane, che l’8 aprile ha reso affollato l’auditorium Confesercenti in viale Europa a Siena.

Professionisti digitali, consulenti, comunicatori e soprattutto esercenti, anche molto diversi tra loro per età e grado di alfabetizzazione informatica. Una platea che è tornata a casa (o meglio, in negozio) ricca di spunti di interesse. A cominciare da alcuni dati sintomatici forniti durante l’evento: “attualmente solo il 6 per cento delle piccole e medie imprese italiane fa affari su internet – ha evidenziato Alfonso La cava, responsabile commerciale imprese Toscana/Umbria di Poste italiane – un dato sintomatico, se confrontato con quello della Germania, dove la dimensione sale al 19 per cento. Ma soprattutto, se consideriamo che le aziende che presentano numeri in crescita in questa fase sono perlopiù solo quelle sono attivamente presenti in rete”. Meglio se operanti nell’abbigliamento, il settore che dal 2012 al 2013 ha evidenziato la crescita maggiore nel commercio elettronico (+15,1 per cento, dato Human Higway Netcomm), precedendo il segmento travel (+ 13) e libri (+ 11,4), senza tuttavia intaccare in modo sensibile il potenziale di acquirenti on line che si rivela sempre più vasto. “Attualmente sono 30 milioni gli italiani che accedono a internet regolarmente – ha evidenziato Gian Paolo Rossetti, responsabile e-commerce vendite Postecom – ma soprattutto sono quasi 200 milioni i cosiddetti ‘nuovi ricchi’, persone che nel mondo hanno raggiunto o raggiungeranno nuove ed importanti capacità di spesa. E che sono fortemente esposti al fascino del made in Italy”. Se il mercato interno stenta, dunque, appare sin troppo forte e ghiotto il contrasto con una clientela potenziale a cui proporre la merce in vetrina, a patto di saperlo fare in modo spesso molto diverso dal passato. “Osservando il comportamento di queste persone le piccole imprese commerciali possono ottenere informazioni molto preziose – ha notato Rossetti - a patto di attrezzarsi per valorizzarle tecnologicamente, o di trovare chi può farlo con loro”.

BANDA LARGA E SOCIAL. “il digital divide dalle nostre parti significa ancora banda larga a macchia di leopardo o connessioni telefoniche altalenanti”. Così aveva esordito Carlo Conforti, Presidente di Confesercenti Siena, in apertura del workshop, che nella seconda parte ha dato spazio a molte le domande da parte di piccoli imprenditori. Più di uno ha chiesto approfondimenti sul ‘gioco delle parti’ tra le piattaforme e-commerce, e-bay ed i social networks, oltre che sui sistemi di pagamento come Paypal: ‘su questo abbiamo una garanzia specifica’ hanno risposto da Postecom.

Ampia parte dedicata all’illustrazione delle due opzioni  pratiche Postecom-Confesercenti per passare all’e-commerce, o per potenziarlo.