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07 aprile 2022
Il 2022 sarà l’anno della riprova, e dalle prime avvisaglie la partita è del tutto aperta. Per le vendite di libri potrebbe essere quello della conferma, il terzo consecutivo di (inaspettata) crescita; oppure il brusco ritorno alla realtà degli anni pre-Covid, che segnavano flessioni uno dopo l’altro. Al giro di boa della fine emergenza Covid, quello librario si è presentato come uno dei settori rivelazione: nel 2020 i libri venduti complessivamente in Italia erano tornati a salire del 2,4 per cento, e sembrava già una gran cosa. Nel 2021 (Report Associazione Editori) il segno più è arrivato addirittura al 16 per cento sull’anno precedente, e sono tornati a crescere in incasso anche i negozi fisici, cioè le librerie.
In Europa solo Francia e Spagna hanno raggiunto crescite più alte, l’anno scorso. Le case editrici hanno cavalcato il segnale positivo del 2020, aumentando l’assortimento: i nuovi libri sono stati 85mila, il 22 per cento in più rispetto all’anno prima, mentre sono calati gli ebook ( -5,6). Il boom 2021, sia pure molto di nicchia, è stato quello degli audiolibri: + 37 per cento.
I fumetti sono stati il genere-blockbuster dell’anno: + 134 per cento sul 2020, una crescita ben maggiore di quella dei libri di attualità (32 per cento), bambini (23) narrativa straniera (15). Da “L’inverno dei leoni” (Stefania Auci) in giù, i 50 titoli più venduti hanno inciso per il 5,4 sul totale delle vendite, segno di un’offerta molto variegata e incline ai tanti gusti del mercato in modo maggiore che in passato.
Tra i canali di vendita, quello digitale ha proseguito l’ascesa, ma la distanza con il canale fisico è tornata crescere: le librerie fisiche hanno rimbalzato verso l’alto, e a fine 2021 si sono riprese la maggioranza assoluta della diffusione (51%); di nuovo in calo invece è risultato il canale GDO, pari al 5 per cento.
E’ innegabile che presi nell’insieme, questi dati sarebbero stati impensabili anche solo 5 anni fa, quando il settore editoriale e quello delle librerie in particolare era decisamente in picchiata. Detto questo, i sorrisi non sono uguali per tutti, le ragioni sono molteplici e il futuro resta un'incognita. Commentando i dati, Cristina Giussani (Presidente nazionale del Sindacato Librai) ha ricordato come “librerie e cartolibrerie dei centri storici, o quelle rivolte ai settori più caratterizzati da smartworking in pandemia (universitarie o economiche) hanno beneficiato molto meno della riscossa di settore”. Per contro, sembra confermata l’efficacia di alcune iniziative strutturali adottate negli anni scorsi (la legge sullo sconto massimo, il bonus cultura, l’inclusione delle librerie tra le attività essenziali durante il lockdown) e evidenziate già un anno fa durante la diretta streaming dedicata al settore da Confesercenti Siena. E in questa fase congiunturale, probabile che abbia giocato a favore anche il pricing adottato: il prezzo medio di copertina nel 2021 è stato 14,7 euro, del 2,4 per cento più basso rispetto all’anno prima.
Libreria scolastica e pirateria spiccano tra le prossime frontiere del commercio librario. Nel 2021 in Parlamento è cominciato l’iter di un provvedimento che dovrebbe bilanciare le difficoltà con cui le librerie indipendenti si trovano a giocare la partita dei libri scolastici, rispetto a canali on line e grande distribuzione. C’è poi il fenomeno delle copie (e vendite) illegali: nel 2021 ne sono state intercettante il 5 per cento in più rispetto all’anno prima. Tra i clienti dei “pirati”, quasi 1 su 4 ha scaricato gratuitamente almeno una volta un ebook o audiolibro da siti o fonti illegali, e il 7% ha ricevuto da amici o conoscenti almeno un libro fotocopiato. Per chi stampa, distribuisce o vende in negozio i libri è un potenziale tutt’altro che disprezzabile, e contenerlo o meno potrebbe incidere molto sugli esiti di quest’anno. Un 2022 cominciato con dati contrastanti per il settore: stando ai dati AIE, gennaio aveva prolungato i segnali positivi (+2,7 di copie sul gennaio precedente) e febbraio si è invece chiuso in senso opposto, trasformando il bilancio dei primi due mesi in un -3 per cento sugli stessi del 2021 (ma +16 e + 20 % su 2020 e 2019). Possibile che il caro-bollette abbia cominciato a incidere, ma per la crisi Ucraina era ancora presto, così come per l'allentamento delle restrizioni Covid (quanti acquisti di libri sono stati indotti dal distanziamento?). Quale sarà l’effetto lo vedremo nei prossimi mesi, anche in libreria. E il pronostico è tutt’altro che scontato.
I grafici riprodotti sono tratti dalla presentazione dei dati sullo stato del libro dell'Associazione Italiana Editori.
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