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Salute e riforme: i richiami della Fipac

Fosco Tornani sul DL Appropriatezza

14 ottobre 2015

 

tornani

Mentre la Federazione pensionati autonomi era impegnata nella raccolta firme per la petizione su 10 azioni concrete per migliorare le prestazione del servizio sanitario nei confronti dei cittadini anziani, un nuovo termine è apparso nel dibattito di questi ultimi mesi: appropriatezza.

E’ stato usato per  denominare un Decreto Legge, riferito a quali condizioni un medico può prescrivere al paziente una determinata prestazione  a carico del Sistema Sanitario Nazionale. “Secondo noi va messa la centro la persona umana con i suoi bisogni – evidenzia il Presidente provinciale Fipac, Fosco Tornani -  la sua fragilità, facendo il possibile per garantire l’accesso alle cure e al tempo stesso evitare sprechi. Ecco cosa deve essere l’appropriatezza assistenziale: garantire la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso la sua sostenibilità e un dura lotta agli sprechi è un obiettivo che ci sentiamo di condividere, ma ciò deve avvenire senza incidere nel rapporto medico paziente. Perché siamo preoccupati quando sentiamo che verranno tagliati 208 esami, che tranne casi eccezionali, saranno a carico dei pazienti. E ci chiediamo se si sia riflettuto a sufficienza sui potenziali costi che il Servizio sanitario dovrà sostenere per esercitare un costante controllo sulle presunte prescrizioni inappropriate; non vorremmo trovarci, infatti, a spendere decine di milioni di euro in uffici ispettivi e guadagnare un pugno di mosche. D’altro canto, I cittadini/pazienti per primi devono comprendere che razionalizzare le prestazioni non significa togliere salute ai cittadini, ma operare per il mantenimento di un sistema universalistico, e per consentire di adeguare l’offerta di servizi ai nuovi bisogni sanitari”.Mentre la Federazione pensionati autonomi era impegnata nella raccolta firme per la petizione su 10 azioni concrete per migliorare le prestazione del servizio sanitario nei confronti dei cittadini anziani, un nuovo termine è apparso nel dibattito di questi ultimi mesi: appropriatezza. E’ stato usato per  denominare un Decreto Legge, riferito a quali condizioni un medico può prescrivere al paziente una determinata prestazione  a carico del Sistema Sanitario Nazionale. “Secondo noi va messa la centro la persona umana con i suoi bisogni – evidenzia il Presidente provinciale Fipac, Fosco Tornani -  la sua fragilità, facendo il possibile per garantire l’accesso alle cure e al tempo stesso evitare sprechi. Ecco cosa deve essere l’appropriatezza assistenziale: garantire la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso la sua sostenibilità e un dura lotta agli sprechi è un obiettivo che ci sentiamo di condividere, ma ciò deve avvenire senza incidere nel rapporto medico paziente. Perché siamo preoccupati quando sentiamo che verranno tagliati 208 esami, che tranne casi eccezionali, saranno a carico dei pazienti. E ci chiediamo se si sia riflettuto a sufficienza sui potenziali costi che il Servizio sanitario dovrà sostenere per esercitare un costante controllo sulle presunte prescrizioni inappropriate; non vorremmo trovarci, infatti, a spendere decine di milioni di euro in uffici ispettivi e guadagnare un pugno di mosche. D’altro canto, I cittadini/pazienti per primi devono comprendere che razionalizzare le prestazioni non significa togliere salute ai cittadini, ma operare per il mantenimento di un sistema universalistico, e per consentire di adeguare l’offerta di servizi ai nuovi bisogni sanitari”.