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Stop a benzina e diesel. Come?

Uno scenario contraddittorio riporta in ballo gli impianti di distribuzione

10 giugno 2022

 

caro-benzina

Stop alla produzione di auto a benzina e diesel dal 2035: l’orientamento emerso l’8 giugno dal Parlamento Ue è destinata ad impattare pesantemente nei prossimi anni sulla vita di tutti, sia come lavoratori che cittadini, frastornati da una parte dai crescenti costi dei mezzi di trasporto, dall’altra dai  crescenti impatti negativi del cambiamento climatico (appariscenti come i nubifragi o i colpi di calore, più subdoli e invisibili come le polveri sottili e gli effetti sugli organismi).

 

 Proprio in questi giorni il prezzo medio dei carburanti raggiunge nuovi livelli record. In particolare, quello della benzina a maggio si è attestato a 1851,27 euro per 1000 litri, il secondo livello più alto di sempre (dopo i 2007,59) dello scorso marzo.

 

 

 

Gli ultimi dodici mesi hanno  registrato una brusca impennata a partire dalla fine di settembre 2021, con una leggera flessione ad inizio 2022 e  la nuova fiammata con l’avvio dell’invasione russa in Ucraina.

 

 

 

(fonte: Ministero Transizione Ecologica - giugno 2022)

 

 

LA DIPENDENZA FOSSILE E I TREND A 10 ANNI

 

Il peso economico di questa situazione per cittadini e imprese è direttamente in funzione della dipendenza da petrolio e gas, che il nostro Paese sconta in misura particolare. La prospettiva di abbandonare queste fonti, fortemente sostenuta anche dal PNRR, appare come un potenziale e forte toccasana: eppure, all’atto pratico, questa nuova via non è facile né veloce da attuare. Lo evidenzia anche un recente Rapporto sulle prospettive del mercato della distribuzione carburanti, stilato da Faib  (la Federazione gestori degli impianti di distribuzione carburante, aderente a Confesercenti).

 

Secondo il documento, si possono evidenziare alcuni trend, se non certi, per lo meno piuttosto probabili:

1) almeno per i prossimi 10 anni non ci dovrebbero essere scenari di discontinuità particolare;  le riserve di petrolio e gas tendono a rimanere uguali, nonostante i consumi, e comunque non dovrebbero esaurirsi prima di 40-50 anni;

2) l’esito della conferenza COP 26 di Glasgow lascia immaginare che la transizione ecologica avverrà, a livello mondiale, con un ritmo moderato, e d’altronde è improbabile che si prendano decisioni che possano sconvolgere le attività produttive e l’economia;

3) anche l’incremento delle auto elettriche dovrebbe essere, almeno fino al 2030, un processo graduale, sia per la lentezza del processo di ampliamento delle infrastrutture di ricarica, in  particolare di quelle veloci, sia perché la sostituzione dell’intero parco auto è un processo molto costoso, e obblighi stringenti comporterebbero situazioni di iniquità sociale, e di costi per la finanza pubblica non sostenibili

4) per quanto riguarda l’Italia, tutto lascia immaginare che non ci si dovrebbe discostare dal mainstream mondiale in materia di transizione ecologica, ed in ogni caso lo stesso PNRR, puntando sull’idrogeno, non sembra destinato a dare impatti nel breve-medio termine, sebbene ci sia da aspettarsi un’accelerazione per effetto del programma dell’Ue REPowerEU.

 

 

UN LUGLIO SHOCK?

 

Il rapporto delinea anche un potenziale shock per i consumi di carburanti (e quindi, per la mobilità) nel prossimo mese di luglio: nel breve termine i prezzi dei carburanti sono attesi stabili sui livelli attuali, se non addirittura crescere, almeno fino a quando gli squilibri nel campo della produzione di materie prime energetiche e dei servizi di trasporto internazionale dei prodotti petroliferi, provocati dalla pandemia da Covid-19 e dalla guerra Russia-Ucraina, non saranno pienamente assorbiti. Parallelamente, l’eventuale mancato rinnovo ai primi di luglio delle agevolazioni fiscali introdotte dal Governo per contrastare l’aumento dei costi energetici, determinerà con buona probabilità una riduzione dei consumi di carburanti.

 

 

DISTRIBUTORI DI RITORNO?

 

Nel medio periodo, gli obiettivi sempre più condivisi di diffusione della mobilità elettrica dovranno fare i conti con una rete di approvvigionamento (colonnine di ricarica) ancora arretrata e non semplice da implementare, anche per l’impatto delle attrezzature sugli spazi urbani, in termini sia di occupazione degli spazi-parcheggio che estetici. Anche per questo, secondo il rapporto Faib, una tipologia commerciale da tempo avviata al declino come quella dei distributori di carburante potrebbe svolgere un ruolo attivo e trovare nuove opportunità, attrezzandosi con punti di ricarica superveloce. Un obiettivo, questo, a portata di risorse del PNRR.

 

 

Il Rapporto sulle prospettive del mercato della distribuzione carburanti sarà presentato il 15 giugno a Chiusi, durante il primo degli eventi “APERIDEE”.  Clicca qui per saperne di più.

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