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Bottega della memoria 2019: il racconto di Alfonsina Frullani

I viaggi a Firenze

13 dicembre 2019

 

«ACCOMPAGNAVO MIO PADRE CON IL CAMION, CHE ANDAVA A FIRENZE PER COMPRARE I PRIMI ELETTRODOMESTICI» ALFONSINA FRULLANI RICORDA CON TENEREZZA QUANDO, ANCORA RAGAZZINA, ANDAVA CON IL PADRE A FAR “RIFORNIMENTO” DI MERCE PER IL NEGOZIO DEL BABBO. «ABITAVO A BOCCHEGIANO, NEL COMUNE DI MONTIERI, E ANDARE A FIRENZE ERA COME ANDARE A LONDRA». SONO STATI PROPRIO QUEI “VIAGGI” A INIZIARLA AL PIACERE E ALLA PASSIONE DEL COMMERCIO.

«ERANO GLI ANNI 50-60, GLI ANNI DEL BOOM, LA GENTE COMPRAVA I PRIMI ELETTRODOMESTICI, FRIGORIFERI, FORNI, E QUI NON C'ERANO INGROSSI, E COSÌ MIO PADRE PRENDEVA LI ORDINI E POI ANDAVA A RIFORNIRSI A FIRENZE. QUI C'ERA LA MINIERA, LA MONTECATINI E GLI OPERAI ERANO I NOSTRI CLIENTI».

«IO POI A VOLTE STAVO IN NEGOZIO, FACEVO PIÙ DA SEGRETARIO – PROSEGUE ALFONSINA – VENDEVO UNA LAMPADINA, O MAGARI ANDAVO AD ATTACCARE LA BOMBOLA DEL GAS, QUELLO LO SO FARE ANCORA. QUANDO MIO PADRE È MORTO, 65 ANNI FA, MIO FRATELLO ERA ANCORA UN RAGAZZINO, E HO DOVUTO PENSARE A COME MANDARE AVANTI LA BOTTEGA. PER ME ERA IMPENSABILE GUIDARE IL CAMION SINO A FIRENZE PER RIFORNIRMI E HO DECISO DI CAMBIARE “GENERE”. ERANO GLI ANNI 70 E APRII UN NEGOZIO DI ARTICOLI DA REGALO E CASALINGHI».

«IN PAESE CE N'ERA GIÀ UN ALTRO, E ALL'INIZIO NON FU FACILE. AVEVA 30 ANNI E UN CARATTERE DECISO. MIA SORELLA VIVEVA FUORI, E A PONDERA C'ERA UN INGROSSO, COSÌ DECISI DI PARTIRE PER PRENDERE ACCORDI. SI CHIAMAVA PASQUINUCCI, CHIESI INFORMAZIONI E ARRIVAI. MA PER ERRORE ANDAI DA UN OMONIMO. SI OCCUPAVANO DI CERAMICHE, LO GESTIVA UN RAGAZZO GIOVANE, E AVEVA UN MAGAZZINO PIENO DI OGGETTI DIFETTATI, PICCOLE IMPERFEZIONI, MAGARI NELLA PITTURA, IMPERFEZIONI CHE POI LUI SAPEVA VALORIZZARE E SISTEMARE. MI DISSE DI SCEGLIERE QUEL CHE VOLEVO E COSÌ MI SONO RITROVATA A VENDERE OGGETTI BELLISSIMI, PORCELLANE DI MARCA CHE PAGAVO MENO E POTEVO VENDERE A PREZZI CONCORRENZIALI. DIVENTAI IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER GLI IMPIEGATI, LE MOGLI DEI CAPO SERVIZIO DELLA MINIERA: VENIVANO TUTTE A COMPRARE DA ME. ALLORA POI C'ERANO LE LISTE NOZZE, I MATRIMONI, E IN MOLTI FACEVANO RIFERIMENTO AL MIO NEGOZIO».

«IL PASSO SUCCESSIVO – PROSEGUE ALFONSINA – FU QUELLO DI PRENDERE CONTATTI CON UNA DITTA CHE VENDEVA CASALINGHI. QUANDO ANDAVO CON BABBO A FIRENZE CI SERVIVAMO DAI FRATELLI VENTURA, E COSÌ DECISI DI CHIAMARLI. MANDARONO IL RAPPRESENTANTE, FECI L'ORDINE E QUANDO ARRIVÒ IL CAMION MI CHIESE ANCHE INFORMAZIONI SULL'ALTRO NEGOZIO IN PAESE. LA COSA NON MI ANDÒ GIÙ E LO DISSI A CHIARE LETTERE AI TITOLARI. ERO ANDATA SINO A FIRENZE A PRENDERE ACCORDI PERCHÉ VOLEVO AVERE L'ESCLUSIVA. LORO CAPIRONO LA SITUAZIONE ARRIVAMMO ALL'ACCORDO CHE QUALUNQUE COSA AVESSI ORDINATO, QUELLA STESSA MERCE NON SAREBBE STATA DISPONIBILE PER LA MIA “CONCORRENTE”».   

 

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