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13 dicembre 2019
«MIO PADRE ETTORE, ASSIEME A MIA MADRE, APRÌ IL BANCO AL MERCATO NEL 53-54, ED IO HO PORTATO AVANTI LA TRADIZIONE DI FAMIGLIA» EMIDIO BALDINI RACCONTA COSÌ IL SUO LAVORO DI COMMERCIANTE. «NEL NOVEMBRE DEL 1960, AVEVO 14 ANNI, ANDAI AD AIUTARE MIA SORELLA ROSINA CHE GESTIVA UNO DEI DUE BANCHI DEI MIEI GENITORI. AVEVO FINITO LA SCUOLA E ANDAI A LAVORARE CON LEI, CHE AVEVA DIECI ANNI PIÙ DI ME. VENDEVAMO ABBIGLIAMENTO».
ANNI DI GAVETTA, QUELLI DI EMIDIO, SEMPRE GENTILE E SORRIDENTE, E SEMPRE PRESENTE CON IL SUO BANCO, CHE FOSSE CALDO O FREDDO «ALLORA LE FERIE NON SI FACEVANO E AL MERCATO SI ANDAVA SEMPRE». NEL 1966 APRIMMO UN NEGOZIO IN VIA GIUSTI, LO CHIAMAMMO ROSINA, COME MIA SORELLA. IL NEGOZIO È RIMASTO APERTO SINO A SEI ANNI FA: «LA MATTINA CI STAVA MIA SORELLA E IL POMERIGGIO, DOPO AVER FATTO IL MERCATO, CI STAVAMO IO CON MIA MOGLIE». NEL 1968 LA PRIMA LICENZA DI EMIDIO.
UN LAVORO DURO QUELLO DELL'AMBULANTE «MA IO L'HO SEMPRE FATTO VOLENTIERI, E LO RIFAREI ANCORA SE DOVESSI SCEGLIERE NUOVAMENTE LA MIA VITA» RACCONTA EMIDIO. «DAL MIO LAVORO HO AVUTO TANTE SODDISFAZIONI, IL CONTATTO COSTANTE CON I CLIENTI, LA GENTE CHE TI CERCA PERCHÉ SAI INDOVINARE QUEL CHE VOGLIONO... SONO IN PENSIONE, MA A FARE UN GIRO AL MERCATO VADO SEMPRE». ANCHE PERCHÉ IL BANCO DI EMIDIO SI SPOSTAVA IN PIAZZE IMPORTANTI: GROSSETO, FOLLONICA, CASTIGLIONE DELLA PESCAIA... «QUESTO È UN LAVORO CHE TI PORTA TUTTI I GIORNI AD ESSERE DISPONIBILE E SORRIDENTE; CERTO CI SONO STATI ANCHE MOMENTI NEGATIVI, COME QUELLA VOLTA, A PORTO ERCOLE, IN CUI CON LA CODA DELL'OCCHIO VIDI UNA RAGAZZINA DI 14 ANNI CHE INFILAVA IN BORSA UN COSTUME. LO DISSI A MIA MOGLIE CHE LE CORSE DIETRO E LA COSTRINSE A TIRAR FUORI DALLA BORSA QUANTO AVEVA RUBATO: E I COSTUMI ERANO QUATTRO». MA IN GENERALE I RICORDI DI EMIDIO SONO BELLI E LEGATI AD UN PO' DI NOSTALGIA COME CAPITA QUANDO SI RICORDANO I MOMENTI IMPORTANTI DI UN TEMPO ANDATO. «I CLIENTI CHE TI ASPETTAVANO LA MATTINA PERCHÉ VOLEVANO PROPRIO TE, O QUELLI CHE ANCORA MI RICONOSCONO E SALUTANO».
«RICORDO GLI ANNI '70, NON C'ERANO FERIE, E SI PARTIVA ANCHE CON LA FEBBRE; ERANO ANNI DI POVERTÀ MA SI CRESCEVA TUTTI ASSIEME E C'ERA SPERANZA NEL FUTURO».
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