Bottega della memoria 2019: il racconto di Artico Giannetti

Il poeta elettrico

13 dicembre 2019

 

SE DOVESSI DIRVI CHI SONO NON SO BENE SE MI DEFINIREI  UN ELETTRICISTA POETA O UN POETA ELETTRICISTA, INFATTI A RAPOLANO MI CHIAMANO L’ELETTRICO O PIÙ SEMPLICEMENTE IL POETA. COMUNQUE MI CHIAMO ARTICO GIANNETTI, DI MESTIERE ELETTRICISTA CON LA PASSIONE DELLA POESIA E DELLA RECITAZIONE.

NELL’ORMAI LONTANO 1960, APPENA FINITI GLI STUDI ALL’ISTITUTO SARROCCHI VENNE A CERCARMI IL TITOLARE DELLA NEON TOSCANA CHE AVEVA BISOGNO DI UN DIPENDENTE. IO AVEVO COMINCIATO A VIAGGIARE COL TRENO SUBITO DOPO LE ELEMENTARI, INFATTI HO FATTO L’AVVIAMENTO E LA SCUOLA TECNICA INDUSTRIALE A SIENA. COSÌ, VIAGGIANDO ANCORA IN TRENO, COMINCIÒ LA MIA ESPERIENZA LAVORATIVA FACENDO INSEGNE AL NEON PER BAR E RISTORANTI ECC…

UN PO’ ANNI DOPO HO DECISO CHE DI MESTIERE AVREI VOLUTO FARE L’ELETTRICISTA, ANCHE PERCHÉ ERA DALL’ETÀ DI SEI ANNI CHE IN QUALCHE MODO AVEVO IMPARATO A TRAFFICARE TRA CAVI ELETTRICI E ROBA SIMILE. INFATTI È STATO SEGUENDO IL MIO BABBO CHE DURANTE IL SERVIZIO MILITARE ERA RADIO-TELEGRAFISTA, CHE HO COMINCIATO AD APPREZZARE QUESTO LAVORO. NEL GARAGE DI CASA C’ERANO TUTTI I MATERIALI ELETTRICI E IO, SOTTO LA GUIDA ATTENTA DEL BABBO INCOMINCIAVO AD IMPARARE QUESTO MESTIERE, NON SENZA FARE OGNI TANTO QUALCHE ERRORE….

INSOMMA NEL 1968 HO FATTO LA MIA ISCRIZIONE IN CAMERA DI COMMERCIO COME ARTIGIANO ADDETTO ALLA RIPARAZIONE DI RADIO E IMPIANTI ELETTRICI.

ALL’INIZIO MI SONO OCCUPATO SIA DI IMPIANTI ELETTRICI DOMESTICI PER LE CASE DI NUOVA COSTRUZIONE CHE PER IL MIGLIORAMENTO DI QUELLI ESISTENTI NELLE VECCHIE ABITAZIONI. ORA INVECE RARAMENTE SI FANNO LAVORI DI RIPARAZIONE .

NEL 1975 IL COMUNE DI RAPOLANO HA INDETTO UN CONCORSO PER LA GESTIONE DELLA PUBBLICA ILLUMINAZIONE CHE IO HO VINTO E DA ALLORA HO MANTENUTO EFFICIENTE LA PUBBLICA ILLUMINAZIONE FINO AL 2014.

DURANTE QUESTI ANNI ME NE SONO SUCCESSE DI TUTTI I COLORI, MI RICORDO PER ESEMPIO DI IN FATTO SUCCESSO AD ARMAIOLO, COME AL SOLITO PER CAMBIARE LE LAMPADINE FULMINATE DEI LAMPIONI CI DOVEVO ANDARE DI NOTTE E INFATTI QUELLA SERA STAVO CERCANDO DI SVITARE DA TERRA UNA LAMPADINA USANDO UNA SPECIE DI PERTICA TELESCOPICA CON IN CIMA UN AGGEGGIO CHE MI PERMETTEVA DI SVITARE E RIAVVITARE LE LAMPADINE DA TERRA, CHE MI ERA STATA LASCIATA DAL NERI GIOVANNI INSIEME AD ALTRI POCHI ATTREZZI QUANDO AVEVA CESSATO LA SUA ATTIVITÀ. INSOMMA DICEVO DOVEVO CAMBIARE LA LAMPADINA IN QUESTO LAMPIONE CHE SI TROVAVA NELL’ ANGOLO DI UNA CASA, VICINO AD UNA FINESTRA. MENTRE LA SVITAVO LA LAMPADINA SCRICCHIOLAVA , A UN CERTO PONTO DALLA FINESTRA ACCANTO SPUNTARONO LE CANNE DI UNA DOPPIETTA, ERA IL VECCHIO BALDINI  CHE ERA VENUTO IN CUCINA PER BERE  E SICCOME SI ERA INSOSPETTITO PENSANDO SI TRATTASSE DI UN LADRO CHE VOLEVA RUBARE IN CANTINA, AVEVA PENSATO BENE DI TIRARE FUORI “BOCCA NERA”. NEL FRATTEMPO AVEVO RIAVVITATO LA LAMPADINA E SI ACCESE LA LUCE, COSÌ PER FORTUNA CI SIAMO CHIARITI.

UN’ALTRA AVVENTURA MI È SUCCESSA INTORNO AGLI ANNO ’90, AVEVO ANCORA LA MIA 850 SPECIAL; ERO AL PIAZZONE SEMPRE A CAMBIARE LE LAMPADINE, E NE MANCAVANO DIVERSE PERCHÉ OLTRE A QUELLE CHE SI FULMINAVANO C’ERA ANCHE LA BRUTTA ABITUDINE DA PARTE DI ALCUNI CITTADINI DI “TOGLIERLE” DAI LAMPIONI PER UTILIZZARLE A CASA. INSOMMA AVEVO FINITO IL LAVORO E MI ERO FERMATO DENTRO LA MIA 850 PER ANNOTARE TUTTI I MATERIALI CHE AVEVO USATO. SPORTELLO APERTO, UN PIEDE DI FORI E …… MI SONO ADDORMENTATO, ERANO INTORNO ALLE DUE DI NOTTE, POI PASSÒ UNA MACCHINA E MI SVEGLIAI. A QUEL PUNTO DECISI CHE ERA MEGLIO ANDARE A CASA, APRII IL GARAGE, ENTRAI DENTRO E ZAC…… MI RIADDORMENTAI DENTRO LA MACCHINA DENTO AL GARAGE. MI SVEGLIAI CHE ERA QUASI GIORNO E COSI DECISI CHE ERA ORA DI ANDARE A LETTO, CHIUSI IL GARAGE E PIANO PIANO ENTRAI IN CASA. CERCAVO DI ANDARE A DORMIRE QUANDO LA IOLANDA, MIA MOGLIE, SI SVEGLIÒ E MI DISSE: - O CHE FAI, TORNI ORA DISGRAZIATO? E IO: - NO NO MI SO’ APPENA ALZATO. E QUELLA NOTTE NON HO DORMITO!

DI STORIE DA RACCONTARE NE AVREI ANCORA MOLTE,  HO ANCHE RISCHIATO LA VITA PER ANDARE A TAGLIARE UNA PIANTA DI FICO CHE ERA NATA SUL CAMPANILE DELLE SERRE, CON TANTO DI PUBBLICO CHE APPLAUDIVA A FINE INTERVENTO. E POI CE NE SAREBBERO TANTE ALTRE, TUTTE NON POTREI CERTO RACCONTARLE,  MA QUESTA VIA VE LA DEVO DIRE.

QUESTA VOLTA SIAMO DI  GIORNO IN ESTATE, IO COME AL SOLITO TRAFFICAVO IN UN LAMPIONE CHE ERA DAVANTI AD UNA CAMERA DA LETTO E SICCOME FACEVA CALDO LA PORTAFINESTRA ERA LEGGERMENTE APERTA. ALL’INTERNO AVEVO CAPITO CHE C’ERANO UN SIGNORE E UNA SIGNORA CHE STAVANO UN PO’ TROPPO RUMOROSAMENTE FACENDO LE LORO FACCENDE, MA NON ME NE SONO PREOCCUPATO ED HO CONTINUATO IL MIO LAVORO. AD UN CERTO PUNTO IL SIGNORE SI È AFFACCIATO INFEROCITO URLANDO VERSO DI ME. IO NON HO RISPOSTO MA GLI AVREI DETTO VOLENTIERI:- O BELLINO, SE FACEVI PIÙ PIANO IO NON ME NE SAREI NEMMENO ACCORTO. IL PROBLEMA PERÒ ERA CHE QUESTI NON ERANO PROPRIO MARITO E MOGLIE! E POI D’ALTRA PARTE IO CHE NE SAPEVO LA GENTE CHE FACEVA A QUELL’ORA.

INVECE PER QUANTO RIGUARDA IL MIO SOPRANNOME “IL POETA”, ANZI A ME PIACE “IL POETA ELETTRICO”, QUESTO DERIVA DAL FATTO CHE IO SCRIVO POESIE, NE SCRIVO FIN DA QUANDO ERO RAGAZZO ED HO PARTECIPATO ANCHE A DIVERSI CONCORSI LETTERARI. OGNI TANTO MI VIENE L’ISPIRAZIONE E IO SCRIVO,  SONO COSE SEMPLICI DI VITA REALE, PER ESEMPIO RIFERITA  AL MIO LAVORO HO SCRITTO “LA CORRENTE ELETTRICA”. PERCHÉ NON CI SI PENSA, MA QUANTE COSE NON SI POSSONO FARE SE MANCA LA CORRENTE…

LA CORRENTE ELETTRICA

LA MIA FORZA SEI SOLO TU:

TI VEDO, TI PENSO, TI SOGNO.

LA MIA MENTE, I MIEI PENSIERI

SONO SOLO PER TE, SI, LA CORRENTE ELETTRICA.

 

O FORZA INVISIBILE MA PRESENTE

TU SOLA PUOI PASSAR DAL BUIO ALLA LUCE,

VEDER CIÒ CHE NESSUNO PUÒ VEDERE.

LA TUA FORZA MI AFFASCINA, MI STREGA, MI SCONVOLGE.

 

IO TI USO, TI SFRUTTO, TI CONSUMO

MILLE COSE BENE O MALE DI TE NE FACCIO USO

CI LAVORO, CI VIVO, CI GIOCO, CI CANTO

MA TU SEI LÌ PRONTA, RAPIDA DECISA.

 

NON AMMETTI SBAGLI O CONFIDENZE,

NON CONCEDI NIENTE A CHI NON TI CONOSCE;

IO IN TE MI PERDO, MI ANNULLO, MI CONFONDO

MA TI ASPETTO , PERCHÉ TU SEI LA CORRENTE ELETTRICA