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Bottega della memoria: il racconto di Andrea Camarri

Un antico negozio

13 dicembre 2019

 

Era il 1916 quando Domenico Camarri, nonno di Andrea, mise su il primo negozio di scarpe e pellami. Erano loro stessi a produrre le scarpe che vendevano, scarpe in vacchetta, da lavoro perlopiù, che portavano anche in giro per i paesi.

Una tradizione, quella delle scarpe fatte a mano, che l'azienda porta avanti tutt'ora: «Abbiamo tutte scarpe artigianali» precisa Andrea Camarri.

Poi il ricordo corre lontano: «Mio nonno aprì il negozio e partì subito militare per la prima guerra mondiale. Mia nonna rimase sola, con due bimbe piccole, e andava a fare i mercati con il ciuco per vendere le scarpe. Erano sette figli che lavoravano tra fabbrica e negozio, è stato poi mio padre, l'ultimo nato, a portare avanti l'attività» Andrea ricorda gli anni della seconda guerra mondiale, o l'alluvione del '66 «l'acqua si fermò proprio davanti alla porta del negozio». E poi gli anni del boom economico e del benessere.

«Avevo già lavorato in negozio (dall'82 subito dopo il militare), poi nell'85-86 ho rilevato l'attività» ma il negozio Camarri ha mantenuta la sua vena artigianale. «Mi servo da tre piccoli artigiani che lavorano su mia progettazione, si tratta di piccole fabbriche nel comprensorio del cuoio, che forse, senza questa collaborazione, avrebbero chiuso. Sono io che scelgo i pellami, progetto le scarpe e faccio ricerca sui modelli. Mi servo da differenti artigiani perché la scarpa è complicata, e chi sa fare modelli da uomo non necessariamente sa realizzare anche quelli da donna».

E questa passione, per le cose fatte bene, prosegue tutt'ora, tanto che da oltre 100 anni le scarpe della famiglia Camarri accompagnano i passi dei grossetani.   

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