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Bottega della memoria 2019: il racconto di Mario Baldanzi

La mia bottega

13 dicembre 2019

 

«HO INIZIATO A LAVORARE A DIECI ANNI, NEL 1949, LA MATTINA ANDAVO A SCUOLA E IL POMERIGGIO AIUTAVO MIA MADRE NEL NEGOZIO». MARIO BALDANZI RICORDA CON PIACERE E UNA PUNTA DI NOSTALGIA QUEGLI ANNI. È STATO COMMERCIANTE PER TUTTA LA VITA, VENDENDO UN PO' DI TUTTO. ALIMENTARI PERLOPIÙ, MA ANCHE PENTOLE, STOFFE, CASALINGHI, AGHI PER IL CUCITO, ALL'INIZIO ANCHE IL MATERIALE SCOLASTICO. UN PICCOLO BAZAR, UNA SPECIE DI SUPERMERCATO ANTE LITTERAM «ERAVAMO IO E MAMMA, PERCHÉ LE MIE SORELLE ERANO PIÙ GRANDI E GIÀ SPOSATE».

«MIA MADRE, NEL 1949, RILEVÒ UN NEGOZIO IN CENTRO, A ROCCATEDERIGHI. QUANDO LO PRENDEMMO NON C'ERA NULLA, QUATTRO ASSI E UNA BANCONE FATTO CON UN PEZZO DI MARMO, FORSE DI UN VECCHIO COMÒ. MIA MADRE LO RISISTEMÒ TUTTO, COMPRAMMO UN GRANDE BANCONE, CON I CASSETTI CON DAVANTI IL VETRO, IN CUI TENEVAMO I GENERI ALIMENTARI, CHE ALLORA SI VENDEVANO SFUSI, LA PASTA, IL RISO... PERSINO LA CONSERVA ERA SFUSA».

«ALL'INIZIO ANDAVAMO AVANTI PERLOPIÙ CON IL BARATTO: C'ERA CHI LAVORAVA IN MINIERA E CHI VIVEVA IN CAMPAGNA, E CHI VIVEVA IN CAMPAGNA PORTAVA UOVA O FARINA, CON CUI PAGAVA QUEL CHE GLI SERVIVA» PROSEGUE BALDANZI CHE RICORDA LA PILA DI LIBRETTI IN CUI SI SEGNAVA QUEL CHE LA GENTE PRENDEVA A CREDITO: «CHI LAVORAVA IN MINIERA PAGAVA QUANDO PRENDEVA LO STIPENDIO, CHI INVECE LAVORAVA IN CAMPAGNA, PAGAVA AL MOMENTO DEL RACCOLTO, PORTANDO MAGARI IL GRANO, O VENDENDOLO E PORTANDOCI I SOLDI. C'ERA FIDUCIA E VOGLIA DI DARSI UNA MANO. FIDUCIA PERLOPIÙ RIPAGATA, ANCHE SE HO ANCORA QUALCHE LIBRETTO CHE NON È STATO MAI SALDATO».

«IL GIOVEDÌ ERA IL MIO GIORNO DI FESTA, E COSÌ FACEVO IL GIRO DELLE CAMPAGNE: I CONTADINI MI FACEVANO LE COMMISSIONI, MI DICEVANO COSA VOLEVANO DAL NEGOZIO E IO LA SETTIMANA DOPO GLIELO PORTAVANO. IN CAMBIO MI DAVANO UOVA, O I PRODOTTI DELLA TERRA CHE COLTIVAVANO». «ANCHE NOI AVEVAMO UN PEZZETTO DI TERRA – RICORDA BALDANZI – IN CAMPAGNA MANCAVA TUTTO, MA AL CONTEMPO C'ERA TUTTO IL NECESSARIO PER VIVERE. SE VENIVA IL CALZOLAIO A RIPARARE LE SCARPE LO SI PAGAVA CON OLIO O VINO».

POI BALDANZI RI RABBUIA E RICORDA IL PERIODO DELLA TRAGEDIA MINERARIA DI RIBOLLA, MA ANCHE LE LOTTE DEGLI OPERAI CHE OCCUPARONO LA MINIERA E NON PERCEPIVANO LO STIPENDIO: «C'ERA UNA COOPERATIVA CHE LORO AVEVANO FATTO, MA AGLI OPERAI SENZA STIPENDIO NON FACEVA CREDITO. LINA, MIA MAMMA, NON LASCIÒ MAI NESSUNO SENZA MANGIARE: APRÌ LA PORTA A TUTTI E DETTE IL PANE A TUTTI A CREDITO».

IL PAESE ALLORA ERA GRANDE «TREMILA PERSONE, C'ERANO ANCHE SICILIANI, CALABRESI, MARCHIGIANI... FAMIGLIE ARRIVATE PER LAVORARE IN MINIERA. SONO STATO PER DECINE DI ANNI COLLABORATORE DI MAMMA, POI NEL '69 DIVENNI IL TITOLARE. NEGLI ANNI LE COSE SONO CAMBIATE, MA IO HO SEMPRE AVUTO UNA CLIENTELA AFFEZIONATA E PER 61 ANNI SONO RIUSCITO A TENERE IL NEGOZIO APERTO E A DAR DA MANGIARE ALLA FAMIGLIA. NEGLI ULTIMI ANNI ERO ENTRATO IN UN CONSORZIO, CHE MI CONSENTIVA DI MANTENERE PREZZI BASSI E FARE OFFERTE, TANTO CHE VENIVANO DA ME ANCHE DAI PAESI VICINI. HO CEDUTO IL NEGOZIO NEL 2010. MA ANCORA OGGI HO UN OTTIMO RAPPORTO CON QUELLI CHE SONO STATI I MIEI CLIENTI

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