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21 ottobre 2022
C’era un momento, non molto tempo fa, quando San Gimignano sembrava prossima al’overbooking, e da varie parti d’Italia si cominciava ad invocare il numero chiuso. Poi la pandemia, il tracollo dei viaggi e il deserto conseguente avevano drasticamente azzerato la questione. Usciti dall’emergenza, uno dei 3 centri storici Unesco della provincia di Siena è tornata a recuperare presenze, e soprattutto con l’estate 2022 a raggiungere nuovamente i picchi massimi. A scapito della qualità dell’offerta? Non sembrerebbe, stando non solo ai sentori del passaparola, ma anche ai dati raccolti e divulgati recentemente. L’Oscar di Italia Destinazione Digitale, in particolare, assegnato durante gli incontri TTG da Data appeal (società coinvolta nella costruzione della locale DMO). In base al quale San Gimignano nel 2022 risulta essere la destinazione col miglior gradimento tra i turisti stranieri che lasciano ‘traccia’ on line. E’ davvero così? Che ne dicono in questi giorni tra i negozi e le receptions intorno a piazza della Cisterna? Gabriele Marzi, oltre che Presidente del Direttivo comunale di Confesercenti, è un commerciante del centro storico con esperienza ormai significativa anche nel settore ricettivo. “Il riconoscimento è fondato – dice – non è una sorpresa, piuttosto una presa d’atto di una situazione che era tale anche prima della pandemia”.
San Gimignano dalle stalle alle stelle, di nuovo. È bastato tornare alla normalità quindi?
“Sostanzialmente sì; è l’effetto di un mix di fattori: il paese accogliente, i franchising presenti in modo marginale, le attività che quasi sempre sono espressione di persone che vivono qui; le informazioni che servono al turista si trovano, le camere sono pulite, la ristorazione è buona. A quanto pare Il sentiment è più che positivo: a San Gimignano si arriva con alta aspettativa, e si va via con soddisfazione altissima”.
Forse dal 2019 ad oggi accoglienza e offerta turistica-commerciale sono migliorate?
“non credo, il quadro era già buono. Se questa stagione si è rivelata generalmente positiva non deriva da particolari novità, al limite qualche aggiustamento.
Tanti turisti quindi, anche troppi? C’è il rischio di bruciare la destinazione, alla lunga?
“Non credo. Certo, c’è turista e turista, e tra gli esercenti c’è chi beneficia più della massa e chi meno. Ma è sempre bene tener conto che Il turismo culturale, più qualificato, comincia anche favorendo le gite scolastiche, stimolando le occasioni d conoscenza n chi magari arriva qui superficialmente”
Cosa fare per garantire lunga vita a questa situazione?
“Sostanzialmente continuare a mantenere gli standard qualitativi che stiamo riscontrando. Inutile stare a mettere la marmellata sul profiterol, se questo è buono anche da solo. Ci può essere qualche margine di crescita nella bassa stagione, che però ha dei limiti fisiologici. Quando è freddo è freddo, a novembre o gennaio di persone se ne muovono meno. Ed è anche comprensibile che chi ha lavorato 10 ore al giorno per da primavera a autunno voglia anche riposarsi un po’”.
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