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03 gennaio 2023
Stop agli aumenti unilaterali sulle bollette, ma non se collegati ad una specifica data o se i contratti sono a naturale scadenza. E' il senso dei più recenti sviluppi conseguenti alle novità emerse a fine 2022 da Antitrust, Consiglio di Stato e DL Milleproroghe.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nell’Adunanza del 12 dicembre 2022 sulla base di numerose segnalazioni, aveva aperto procedure istruttorie nei confronti di sette operatori di energia (Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie), che si aggiungono a Iren, Dolomiti, Iberdrola ed E.ON, nei confronti dei quali si era mossa a ottobre. Secondo l’Antitrust, gli operatori devono da subito tornare alle condizioni originarie dell'offerta e consentire agli utenti di applicare le precedenti tariffe.
Il richiamo non interessa i contratti in mercato tutelato: In questo caso, infatti, le tariffe sono decise direttamente da ARERA, l'Autorità garante dell'energia. Più variabile la casistica per quelli in mercato libero a prezzo variabile: queste offerte fanno pagare l’energia elettrica o il gas in base all’andamento di alcuni indici del mercato all’ingrosso (il PUN per la luce, il PSV per il gas); le variazioni che riguardano l’andamento degli indici non rientrano nella casistica del decreto: si tratta, infatti, dell’andamento del mercato. Se la comunicazione riguarda invece la variazione di altre voci di costo delle offerte a prezzo variabile, come per esempio le quote fisse dell’offerta o eventuali costi a consumo accessori, si rientra nella casistica del decreto e tali variazioni non hanno efficacia.
Il 20 dicembre il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Iren , sospendendo il provvedimento nei suoi confronti laddove riguarda contratti a tempo determinato o contratti che prevedano una scadenza predeterminata delle condizioni economiche a data precedente il 30 aprile 2023.
A seguire, il 30 dicembre l’Antitrust ha aggiornato la propria posizione, ritenendo illegittimi gli aumenti che derivano da comunicazioni di modifiche unilaterali (rinnovo o aggiornamento o variazione delle condizioni economiche di offerta di contratti a tempo indeterminato) che risultano prive di una chiara, effettiva e predeterminata o predeterminabile scadenza. Rispetto al totale delle compagnie prese di mira, il cerchio pare restringersi a Enel, Eni, Edison, Acea ed Engie, che dovranno dar conto all’Antitrust della sospensione per gli aumenti che sono stati comunicati senza una chiara scadenza.
Il giorno prima, in Gazzetta ufficiale era stato pubblicato il Decreto Milleproroghe 2023: all’articolo 11 (comma 8) estende dal 30 aprile (termine introdotto dal DL Aiuti bis) al 30 giugno 2023 il blocco sulle clausole contrattuali che consentano all'impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali del contratto, se questo non avviene alla scadenza naturale dei contratti. In altre parole: se un contratto è a scadenza può essere ritoccato, altrimenti no (almeno per il primo semestre 2023).
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